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DanceWell @pARTEnope – la danza inclusiva nei luoghi del bello a Capodimonte

Il progetto DANCE WELL promuove il benessere in modo diffuso attraverso l’avvicinamento all’arte e agli artisti.

Lunedì 6 luglio alle ore 15.30 nella sala Burri al secondo piano del Museo e Real Bosco di Capodimonte si svolgerà l’evento che, a causa delle restrizioni del Covid 19, coinvolgerà il pubblico attraverso la piattaforma Zoom.

Ad introdurre le bellezze artistiche della sala Burri nella sezione di Arte Contemporanea del museo, la storica dell’arte Maria Rosaria Sansone.

 

Per Dance Well il fine è l’arte attraverso l’espressione del proprio corpo, tutti i partecipanti sono “danseurs”, anche le “persone col Parkinson” che affrontano le classi di danza ciascuno con le sue possibilità motorie.

Attraverso il suono si stimolano quelle aree del cervello adibite al movimento e si mettono in azione quelle regioni coinvolte nelle emozioni.

La musica favorisce la neuroplasticità compensando i deficit delle regioni cerebrali danneggiate e favorisce la produzione della Dopamina di cui i malati di Parkinson sono carenti.

La danza praticata regolarmente può avere un impatto benefico sul sistema neurologico, sulle prestazioni fisiche e sullo sviluppo della malattia.

 

L’effetto della partecipazione di pazienti con Parkinson a pratiche artistiche è stato quasi sempre valutato in un’ottica riabilitativa, il progetto DANCE WELL vuole invece promuovere il benessere in modo diffuso attraverso l’avvicinamento all’arte e agli artisti.

 

In questo progetto l’arte è intesa come pratica artistica (danza) realizzata in contesti di fruizione del bello (musica, sale di musei e pinacoteche, ma anche particolari spazi civici), in un contesto umano di massima integrazione e di pari livello espressivo.

 

Con l’apertura dei musei, ma con l’impossibilità di frequentarli in gruppo per il divieto di assembramento da rischio Covid 19, la Dance Well on line della Fase 1 del #tuttiacasa, si trasforma e prevede la presenza al museo solo di 4/5 persone tra conduttori ed assistenti che trasmettono ed interagiscono con i partecipanti tramite Zoom e  la presentazione di un’opera d’arte figurativa o letteraria, aree archeologiche o di particolare pregio storico/ architettonico, bellezze naturali/paesaggistiche, strutture di archeologia industriale da usare come stimolo creativo.

 

 

Obiettivi Generali

1. Inclusione culturale e sociale dei malati di Parkinson
2. Miglioramento delle prestazioni psicofisiche dei Parkinson danseurs
3. Sensibilizzazione di istituzioni e cittadini sul tema Parkinson

 

Obiettivi Specifici

a) Riduzione della eventuale condizione di isolamento delle persone con Parkinson
b) Condivisione di un’esperienza di movimento
c) Condivisione di un’esperienza artistica
d) Apertura di un dialogo sulla creatività
e) Coinvolgimento attivo delle organizzazioni pubbliche e private al progetto

 

 

Per assicurare maggiore respiro al progetto, e raggiungere un maggior numero di persone, ampliando i confini dell’intervento a tutto il territorio nazionale, il progetto è stato condiviso con ParkinZone Onlus di Roma, associazione che gode di molto seguito in tutta Italia.

L’attività è destinata a persone con Parkinson (e senza) a Napoli e in tutta Italia.

La presenza di persone senza Parkinson è funzionale a una crescita collettiva, a uno sviluppo interpersonale e a combattere l’isolamento che spesso, le persone con Parkinson tendono a sviluppare.

Durante gli incontri di danza ai pazienti vengono proposti strumenti che consentono loro di vivere esperienze di apprendimento che migliorano il senso del ritmo, dell’equilibrio e del movimento.

Impareranno ciascuno a muoversi anche con i limiti imposti dalle loro ridotte capacità motorie.

Ognuno danza col proprio corpo e viene condivisa l’importanza dell’intenzione del movimento, per questa ragione si può stare seduti o in piedi, si può alzare il braccio tanto o poco senza modificare il valore artistico e le potenzialità espressive.

I movimenti appresi potranno essere ripetuti in autonomia, ciascuno nel proprio quotidiano.

Le persone partecipano da casa in diretta su Zoom.

Il metodo Dance Well prevede che le classi si svolgano in luoghi d’arte esteticamente ed emotivamente belli come Musei, Teatri, ma anche luoghi belli dal punto di vista paesaggistico.

La bellezza del luogo è di importanza fondamentale in questo progetto perché l’obiettivo è quello di consentire alla persona con Parkinson di dimenticare le sue difficoltà per sentirsi solo un “danzatore” godendo appieno dell’effetto riabilitativo del ‘bello’.

Eccellente l’esperienza fatta nel Centro Direzionale di Napoli, chiamato anche ‘la piccola New York’ per tutti i suoi grattacieli, progettati da architetti di fama internazionale come Kenzo Tange, Renzo Piano e Nicola Pagliara.

Non da meno l’esperienza fatta da una terrazza panoramica del Centro Storico, dove a fare da cornice alle danze c’era il Vesuvio, il golfo e le cupole delle Chiese napoletane, il tutto condito dalla ‘verve’ umoristica di Amedeo Colella, scrittore e napoletanista.

 

 

Le attività previste dal progetto hanno l’obiettivo di generare effetti di inclusione nella realtà culturale e sociale in persone che spesso vivono forme di isolamento dovute alla malattia e all’età.

 

Allo stesso tempo i Parkinson danseurs possono “appropriarsi” degli spazi “d’arte”, che abitati frequentemente, vengono vissuti come luoghi inclusivi, spazi di libertà e creatività, nei quali si sentono accolti.

L’impatto che la pratica della danza ha nella vita delle persone può inoltre, responsabilizzare l’ente promotore e le organizzazioni pubbliche e private che partecipano, promuovono, patrocinano Dance Well, orientando l’iniziativa a diventare sempre più un processo senza scadenza, ma attività strutturale del territorio, centro di iniziative ulteriori.

 

 

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