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Diventa mecenate: aiuta gli Amici di Capodimonte ad acquistare il Plateau con la decorazione di Ercole al bivio

Il Plateau in porcellana su cui è riprodotto il celebre dipinto Ercole al bivio di Annibale Carracci (1595-96), è un’opera unica della Real Fabbrica Ferdinandea, un vassoio in porcellana che grazie al vostro contributo potrà incrementare la collezione permanente del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

L’Associazione Amici di Capodimonte ha lanciato una campagna di crowdfunding per acquistare l’opera e donarla al Museo, nell’ambito delle loro attività di sostegno alle collezioni museali. Per raggiungere l’obiettivo c’è bisogno anche di te. Scopri come fare a diventare mecenate.

 

Il Plateau in porcellana su cui è riprodotto il celebre dipinto Ercole al bivio di Annibale Carracci è oggetto di un accurato studio di Angela Caròla Perrotti, grande conoscitrice della manifattura.

L’importanza dell’opera è data dall’alta qualità tecnica e decorativa, dal perfetto stato di conservazione e dall’eccezionalità del soggetto rappresentato: nella pur ricca raccolta di porcellane del museo non sono presenti altri oggetti su cui è ripreso un dipinto della collezione, raffigurato con tale maestria, testimonianza del perfetto dialogo tra pittura e arte decorativa.

 

Annibale Carracci
(Bologna 1560 – Roma 1609), Ercole al bivio, 1596, olio su tela, cm 165 x 239, inv. Q 365,
Collezione Farnese, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

 

L’Ercole al bivio è tra i capolavori della Collezione Farnese, giunto a Napoli nel 1734.

Tra le prime opere realizzate da Annibale Carracci a Roma per il cardinale Odoardo Farnese (1595-96), l’Ercole al bivio era nel mezzo della volta del camerino di Ercole nel palazzo di Campo de’ Fiori.

Il tema della probità dell’eroe e la sua rettitudine morale era stato suggerito da Fulvio Orsini, per qualificare le virtù del cardinale Odoardo, poco più che ventenne.

Bellori (1672) ricostruisce nei dettagli l’iconografia: Prodico Sofista, volendo educare i giovani descrive ‘il contrasto della ragione col senso’, con un Ercole sollecitato a scegliere tra la Virtù e la Voluttà, interpretate, come consueto, dalle donne.

Ercole, essendo un eroe, sceglie la Virtù, ma non trascura – nel dipinto di Annibale – di lanciare uno sguardo alla Voluttà.

L’iconografia di Ercole, con i suoi turbamenti giovanili, estrapolata dal contesto moraleggiante, era stata surclassata dalle due figure femminili.

Arrivato a Napoli tra i primi dipinti delle raccolte farnesiane di Parma già nel 1734, è tra le opere trafugate dai francesi nel 1799 e recuperato a Roma da Domenico Venuti.

 

I miniatori che lavorarono al plateau con l’Ercole al bivio si avvalsero probabilmente della incisione inserita nella Galeriae farnesianae icones Romae in Aedibus Sereniss. Ducis Parmensis ab Annibale Carraccio, incisa da Pietro Aquila e data alle stampe a Roma nel 1674 da Gian Giacomo de’ Rossi, di cui è documentato un esemplare tra i repertori di incisioni a servizio della Real Fabbrica di porcellana di Napoli (cfr. de Martini – González-Palacios cit. 1980, p. 239).

 

Le tre figure dell’Ercole al bivio erano state utilizzate precedentemente – fine sec. XVIII – dai miniatori della Manifattura di porcellana, nei cavetti dei piatti da coltello di un Servizio con le Antichità, proveniente dalla donazione de Sangro e conservato al Museo duca di Martina: sono estratte, scontornate e isolate.

Il risultato è perfetto, si esalta il carattere classicista che le permea e resistono al confronto con le miniature tradotte dalle Antichità ercolanesi e pompeiane che ornano gli altri pezzi del servizio.

 

Cosa ben diversa è la ripresa dell’intero dipinto nel plateau: il carattere di promozione delle bellezze del Regno, che animava la produzione della manifattura, apre un nuovo settore, in cui esalta i dipinti più celebri che si potevano vedere a Napoli.

La traduzione pittorica sulla porcellana lascia spazio a alcune varianti: il lembo di un panno che copre le pudenda di Ercole e l’allargamento dei due brani di paesaggio sui lati, necessità dettata dal formato ellittico.

 

Per saperne di più scarica la scheda di Angela Caròla Perrotti

 

 

Aderisci alla raccolta visitando il sito www.amicidicapodimonte.org e la pagina Sostienici dello stesso sito.

 

Invia un  messaggio sulla mail segreteria@amicidicapodimonte.org con il tuo nome associato alla donazione effettuata, per essere aggiornato sull’esito della campagna e avere il tuo nominativo tra quelli dei donatori che avranno reso possibile la realizzazione del progetto.

La donazione è detraibile/deducibile in sede di dichiarazione dei redditi.
L’Associazione rilascia una ricevuta utile ai fini fiscali.

Per ulteriori informazioni contattare:

Amici di Capodimonte Ets

c/o Museo e Real Bosco di Capodimonte – via Miano 2, Napoli
081 7499147

info@amicidicapodimonte.org

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