skip to Main Content

L’Italia chiamò – Capodimonte oggi racconta… Il ritorno dalla Festa di Piedigrotta di Filippo Cifariello

Nell’ambito della rubrica L’Italia chiamò – Capodimonte oggi racconta… Maria Elena Maimone, già bibliotecaria che si occupava di ricerche bibliografiche ed inventariali sulle opere della sezione Ottocento e del Gabinetto Disegni e Stampe del Museo e Real Bosco di Capodimonte, ci parla dell’opera di Filippo Cifariello Il ritorno dalla Festa di Piedigrotta, una delle feste popolari più famose di Napoli.

Il gesso bronzato presentato alla Promotrice napoletana del 1884 è esposto nella sezione Ottocento privato tra le opere provenienti in massima parte da collezioni private.

 

“Ragazzo napoletano nudo (guaglione) seduto sopra masso di pietra in atto di dormire, sostiene colla mano sinistra una canna con frutta “.

 

Immaginiamo di vedere uno di quei classici monelli napoletani di fine ottocento che, in una solare giornata di inizio settembre, a cui alludono i grappoli d’uva che trasporta, si riversa e percorre come in un rito orgiastico le strade di Napoli brulicanti di gente e pervase da urla, canti e musica improvvisata, per raggiungere il santuario eretto ai piedi della Grotta di Posillipo dove, in un misto di paganesimo e religiosità, si celebra la festa della Madonna di Piedigrotta.

Che inebriante e travolgente girandola di suoni e colori, in cui ogni più piccola energia viene spesa per ritrovarsi poi, come ubriachi, riversi a terra in un sonno ristoratore!

 

La Festa di Piedigrotta, Stampa antica

 

Il Ritorno dalla festa di Piedigrotta di Filippo Cifariello (Molfetta 1864 – Napoli 1936)è, sì, il fermo immagine di quello che resta di una particolare giornata di festa, ma potrebbe altrettanto rappresentare la conclusione di una qualsiasi giornata faticosamente spesa per procurarsi di che vivere, simbolo di una umanità gravata e senza riscatto.
È il tema sociale che viene messo in scena e percorre le sale espositive delle mostre di fine Ottocento, suscitando la decisa disapprovazione di una certa critica perbenista per le forme rozze e crude di una umanità povera e degradata, che proprio non riusciva ad accettare.

Immagini della Festa di Piedigrotta

 

Nel caso specifico del Ritorno dalla festa di Piedigrotta e delle altre opere di analogo soggetto, esposte alla Promotrice napoletana del 1884, la critica così si espresse dalle pagine della rivista Il Pungolo:

 

Se in arte il ripetersi è difetto si può ricavare che la scultura di questa XX mostra è difettosa per ripetizione. Il ragazzo del popolo raccoglie tutte le simpatie d‘elezione degli artisti, che lo mettono nudo nella Promotrice. Nudo va a Piedigrotta e nudo torna, nudo prova le emozioni del telefono e nudo, mi parrebbe, quasi che stesse lì lì per fare una dichiarazioncella a una popolana (…) ci pare che la scultura si contenti di poco, e risenta nel tempo stesso nella presentazione del modello d’una certa influenza michettiana. Non c’è purezza, ci pare, non sentimento fine che sieno propri di quel genere d’arte. Cifariello rimette in mostra, riveduta e corretta, una nuova edizione di un monello che non ha questa volta accosto le scarpe vere imbrattate di gesso e una pezzuola vera che gli guardi dalle asperità d‘un sasso le parti meglio provviste di carne (…)”.

 

Come si può notare, nello scritto si fa cenno ad un altro nudo che “prova le emozioni del telefono”.

Si tratta del gesso patinato di Federigo Percopo, Il telefono, ricevuto in premio dal re Umberto I e così descritto nell’Inventario Privata Spettanza del Museo di Capodimonte (PS 337), in data 10 Luglio 1884: “Ragazzo nudo al vero, seduto sopra tronco di colonna che tiene in mano due telefoni e si mostra meravigliato della voce che perviene dalle sue orecchie”, mentre il gesso bronzato di Filippo Cifariello Il Ritorno dalla festa di Piedigrotta, come riporta il Rendiconto della Società Promotrice per l’esercizio 1884, risulta invece tra le opere acquistate da Casa Reale quell’anno e inventariata sul Privata Spettanza in data 3 settembre 1884, con provenienza Dall’autore.

 

Filippo Cifariello
Ritorno dalla festa di Piedigrotta
particolari prima del restauro
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

 

Filippo Cifariello
Ritorno dalla festa di Piedigrotta
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
dopo il restauro

 

Un attento lavoro di recupero ha consentito che quest’ultima potesse essere esposta e offerta alla visione del pubblico in occasione dell’apertura nel 2012 della sezione dedicata all’Ottocento del Museo e Real Bosco di Capodimonte, ospitata in quelle che erano le stanze private dei Borbone, il cosiddetto quartino matto, e precisamente nella sala che raccoglie in massima parte opere provenienti da collezioni private.

 

Ottocento privato
Museo e Real Bosco di Capodimonte

 

L’altro gesso, purtroppo meno fortunato, dovrà invece ancora attendere che un paziente e accurato esame di restauro gli ridia finalmente la visibilità che merita.

 

 

Filippo Cifariello (Molfetta 1864 – Napoli 1936)
Ritorno dalla festa di Piedigrotta
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte (Inv. PS 338)

 

 

Il testo di Maria Elena Maimone è inserito nell’iniziativa “L’Italia chiamò – Capodimonte oggi racconta”

 

Leggi tutti gli articoli della rubrica

Back To Top